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Palermo -I nostri morti non si “spalmano” Una considerazione comune a tanti cittadini

“Sono smarrita, indignata, offesa e come me penso tutti i cittadini siciliani, e lo sono forse ancor di più tutti gli operatori sanitari e non che, da un anno a questa parte, hanno lavorato incessantemente per affrontare al meglio e sul “campo”, la “pandemia” in tutti gli ambiti, ospedalieri e non solo. E lo sono tutti coloro che hanno perso un familiare a causa del Covid, e tutti quelli che invece hanno perso i propri cari perché non hanno potuto ricevere la giusta assistenza di cure “non covid” in quanto, in questo lungo anno purtroppo non sono state garantite, e ancora tutti quelli che magari sono morti d’infarto perché le ambulanze sono arrivate “troppo tardi” in quanto impegnate nei pronto soccorso, così come rileva una intercettazione telefonica agli atti delle indagini. 

E sono offesa perché noi cittadini veniamo calpestati giornalmente dinanzi ad una offerta sanitaria sempre più inefficiente, sono offesa perché veniamo trattati come numeri, e lo hanno dimostrato le lunghe fila che abbiamo dovuto subire alla fiera per la vaccinazione. Numeri da vivi e numeri da morti. Ma noi siamo persone, chiediamo rispetto e pretendiamo le ”scuse” da parte di chi ci governa, da parte di chi gestisce la nostra salute, da parte di chi ha affidato la vita delle persone a “logiche di opportunità”.

Non ci importa il profilo penale di chi è coinvolto in questa vicenda, per quello ci sarà la magistratura a dirlo ma a noi  cittadini interessa il profilo “morale”. Siamo stati ancora una volta traditi da chi ci governa, questa vicenda non può essere chiusa semplicemente con le dimissioni dell’assessore, quello è un atto dovuto. La vicenda deve andare avanti e velocemente, il Presidente della regione non può limitarsi a dichiarare che non era informato dei fatti perché questo ci fa indignare e ci offende ancora di più.  Mai come in questo momento abbiamo bisogno di istituzioni forti, credibili, moralmente ineccepibili, competenti e autorevoli. 

Confido nelle opposizioni, nelle organizzazioni sindacali che con il loro tramite facciano sentire la nostra voce.”

(Maria Rosa Ragonese)

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Considerare le moto come “attività di svago individuale” la petizione lanciata da Sinner Freerider

In Lussemburgo, nessuna quarantena per i motociclisti

Dallo scorso 23 Aprile, in Lussemburgo, dopo numerose petizioni online e richieste, le moto sono state dichiarate “attività di svago individuale”; d’altronde, i guanti, li abbiamo (addirittura con protezioni suppletive) e come mascherina, i nostri bellissimi caschi.

La fase 2, che era tanto attesa in Italia soprattutto dai motociclisti, non è altro che una fase 1 con asterisco: si potrà usare la moto solo per le solite note esigenze: lavoro, salute e necessità

È pur vero molti, potranno dire:

– Eh, ma andare in moto è sempre rischioso! Inoltre, per ora, potrebbe aumentare il carico alle strutture ospedaliere!

Come dico però sempre, ci si può fare male anche uscendo da casa per andare a fare la spesa; quindi, basta con frasi fatte e cerchiamo di essere un po’ più concreti.

In Spagna è già partita la petizione. Inutile dire che suggerisco di dare una smossa anche in Italia.

A tal proposito, penso sia utile creare un’unica petizione e non tante “petizioni-satellite” che risulterebbero inefficaci.

Ovviamente, chiedo la massima condivisione ed adesione. Se ognuno di noi darà un piccolo contributo, potremo presto risalire a bordo delle nostre moto!

FIRMA LA PETIZIONE

Autore petizione 

Sinner Freerider

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