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Palermo -I nostri morti non si “spalmano” Una considerazione comune a tanti cittadini

“Sono smarrita, indignata, offesa e come me penso tutti i cittadini siciliani, e lo sono forse ancor di più tutti gli operatori sanitari e non che, da un anno a questa parte, hanno lavorato incessantemente per affrontare al meglio e sul “campo”, la “pandemia” in tutti gli ambiti, ospedalieri e non solo. E lo sono tutti coloro che hanno perso un familiare a causa del Covid, e tutti quelli che invece hanno perso i propri cari perché non hanno potuto ricevere la giusta assistenza di cure “non covid” in quanto, in questo lungo anno purtroppo non sono state garantite, e ancora tutti quelli che magari sono morti d’infarto perché le ambulanze sono arrivate “troppo tardi” in quanto impegnate nei pronto soccorso, così come rileva una intercettazione telefonica agli atti delle indagini. 

E sono offesa perché noi cittadini veniamo calpestati giornalmente dinanzi ad una offerta sanitaria sempre più inefficiente, sono offesa perché veniamo trattati come numeri, e lo hanno dimostrato le lunghe fila che abbiamo dovuto subire alla fiera per la vaccinazione. Numeri da vivi e numeri da morti. Ma noi siamo persone, chiediamo rispetto e pretendiamo le ”scuse” da parte di chi ci governa, da parte di chi gestisce la nostra salute, da parte di chi ha affidato la vita delle persone a “logiche di opportunità”.

Non ci importa il profilo penale di chi è coinvolto in questa vicenda, per quello ci sarà la magistratura a dirlo ma a noi  cittadini interessa il profilo “morale”. Siamo stati ancora una volta traditi da chi ci governa, questa vicenda non può essere chiusa semplicemente con le dimissioni dell’assessore, quello è un atto dovuto. La vicenda deve andare avanti e velocemente, il Presidente della regione non può limitarsi a dichiarare che non era informato dei fatti perché questo ci fa indignare e ci offende ancora di più.  Mai come in questo momento abbiamo bisogno di istituzioni forti, credibili, moralmente ineccepibili, competenti e autorevoli. 

Confido nelle opposizioni, nelle organizzazioni sindacali che con il loro tramite facciano sentire la nostra voce.”

(Maria Rosa Ragonese)